Una riflessione sul download da internet ed una proposta alternativa in musica dalla nostra provincia
questo articolo è apparso su Viterbolive di Giugno-Luglio 2009, la cui versione pdf può essere liberamente scaricata qui
E’ un dato acquisito ormai da tutti che l’ingresso di internet nelle nostre vite abbia radicalmente cambiato il nostro modo di fruire non solo la musica, ma la cultura in generale. Siamo in un periodo di piena rivoluzione, qualcosa di paragonabile non solo al semplice cambio ed evoluzione dei supporti, ma all’invenzione, per fare un esempio in musica, della registrazione stessa. L’industria dell’intrattenimento e della cultura, che ha costruito i propri interessi sul vecchio mondo al cui trapasso stiamo assistendo, sta reagendo com’era prevedibile in senso piuttosto conservatore. Da qui le varie campagne sulla pirateria come reato, come killer dell’arte.
Tutte cose che hanno una ragione per essere sostenute, e su cui si può e si deve discutere. La prima cosa però su cui dovremmo riflettere è che ruolo ha ancora per noi la cultura e l’arte, e quale può avere nell’era digitale. E’ facile comprendere che per l’industria il primo valore in assoluto è quello del business, quindi non ci sorprendono le posizioni di chi detiene il monopolio. Ciò che al contrario vogliamo sostenere è l’opportunità di riscoprire la fruizione della cultura come momento di aggregazione e condivisione intorno a cui costruire un senso di comunità, di dialogo e di appartenenza, ed un modello alternativo e più equilibrato di economia che renda il giusto compenso a chi la cultura e l’arte la produce. Questa opportunità può essere realizzata oggi attraverso la rete ed il libero scambio delle opere, cioè la possibilità di scaricare gratuitamente e legalmente ogni tipo di opera dell’ingegno (film, musica, libri e quant’altro) per l’utilizzo e lo scambio personale, che non abbia fini commerciali. E’ la filosofia che si chiama copyleft, contrapposta (fin dal gioco di parole tra “left” e “right”) al più tradizionale copyright, che altro non è se una forma più flessibile di diritto d’autore che permette agli autori di condividere liberamente e legalmente le opere senza che i fruitori vengano accusati di essere pirati.
Non si tratta di qualcosa che svilisce l’opera fisica (il disco, il libro, il film), ma anzi permette di far circolare i contenuti in maniera finora impensabile (non dimentichiamoci che siamo nell’era di facebook, di ebay e della socialità on-line) permettendo agli autori, specie se emergenti, di entrare in contatto con gli utenti finali che possono così acquistare il supporto fisico (il cui valore e bellezza sono insostituibili) direttamente da loro. Il vantaggio sarebbe un circolo virtuoso per la società intera: libera circolazione delle idee, democraticità di accesso all’informazione, rafforzamento del tessuto sociale reale attraverso la condivisione e la connessione on-line.
E’ qualcosa su cui si può e si deve lavorare, anche se per ragioni comprensibili i gruppi di potere e le istituzioni del settore, come la SIAE, tendono in genere a boicottare ed ignorare tali esperimenti per mantenere i propri privilegi. Eppure incominciano ad esserci da qualche tempo segnali di confronto ed apertura:
segno che internet, quando usato bene, ci sta allenando a scavare, a cercare ed a leggere dietro le righe verso un approccio all’informazione più “orizzontale” e meno “verticale”, cioè impostoci dall’alto. Nella nostra provincia esiste già una realtà copyleft che opera nell’ambito della musica. Si chiama Sub Terra, ed è una webzine (un blog che parla di musica, specie indipendente) ed un’etichetta discografica che ha cominciato producendo alcuni artisti locali, ma sta lentamente espandendo i suoi contatti ben al di fuori della provincia stessa. Tutti i contenuti di Sub Terra, a partire dai dischi degli artisti, sono in download gratuito.
Sub Terra ha anche partecipato recentemente a Viterbo all’incontro-dibattito, organizzato da Arci Viterbo per Resist, dal titolo “Copyleft: a chi appartiene la conoscenza?”, in cui sono intervenuti due collettivi letterari che si muovono secondo questa filosofia (Kai Zen, che ha anche un romanzo uscito in stampa per Mondadori, ed Anonima Scrittori) nonché il collettivo musicale romano Zero Gravity Toilet il quale ha realizzato un disco finanziato dalla Comunità Europea, distribuito in digitale da Sub Terra. “Copyleft: a chi appartiene la conoscenza?” è stato il primo vero incontro per parlare di copyleft nella nostra provincia.
Collegamenti utili:
la voce copyleft su Wikipedia
martedì 28 luglio 2009
martedì 2 giugno 2009
La sfida è indie, ma insolitamente heavy: intervista agli Ispiria
Nati dall' idea di alcune delle personalità musicali più notevoli della Tuscia, l'eclettico bassista Emiliano Natali ed il chitarrista Choris (Emiliano è anche il fonico dei FEAR NO ONE recording) gli Ispiria sono una band proveniente dall'alto viterbese (Montefiascone e Acquapendente) che può vantare grande esperienza e capacità tra tutti i propri membri, nonché una visione della musica ben precisa e determinata. Il loro genere? Rock a tutto tondo, diretto e senza fronzoli, ma piuttosto eclettico e con sfumature e ricercatezze che li hanno portati a battezzare una nuova definzione per la loro musica, "Heavy Indie". Invitandovi all'ascolto e a tenere d'occhio l'uscita del loro secondo lavoro, in preparazione in questi giorni, vi proponiamo questa interessante intervista:
1) Avete definito la vostra musica come “Heavy Indie”. Che cosa intendete con “heavy” e cosa con “indie”?
Entrambe le parole hanno un duplice significato. Per heavy si fa riferimento al mondo dell'hard-heavy ‘70-‘80, caratterizzato da brani diretti e intensi, insomma duri...ma anche a tendenze più recenti, ma caratterizzate dalla stessa energia. Indie, invece, letteralmente sta per indipendente e libero, ma definisce anche un genere che annovera tra le sue fila band come Arctic Monkeys, The Strokes, Franz Ferdinand.
Nel prossimo lavoro, cercheremo di interpretare il vero significato di questo genere...di fornire la nostra fusione originale di questi due stupendi ingredienti!! Per ora l’heavy Indie è un embrione non ben definito, si può dire che per ora abbiamo lanciato solo la sfida...
Ispir(i)andoci sia al rock inglese anni 60 (rifatto nei 90), ma anche a delle sonorità e a delle armonie immediatamente riconoscibili come figlie degli anni ‘80.
2) Sempre secondo un’altra vostra definizione, il vostro è “fottuto rock n’ roll”. Qual è lo stato di questo genere e la sua funzione nel mondo contemporaneo?
Lo stato di questo genere in Italia è senza mezzi termini in crisi... chi fa rock di questo tipo lo fa di solito in inglese, interpretando le nuove tendenze, sempre maggiormente legate alla realtà d'oltreoceano o d’oltremanica, fitta di riferimenti crossover e nu metal.
Noi vogliamo essere classici in un contesto post-classico, modernizzando un concetto senza tradirlo!
3) In SUB TERRA abbiamo un’attenzione particolare per la musica rilasciata con licenze libere come le Creative Commons, cioè licenze che permettono il download gratuito e la copia legale delle opere. Cosa ne pensate di questa filosofia di produrre arte e cultura?
Visto i costi del cd tradizionale è necessario un rinnovamento, stando sempre attenti al pericolo numero uno della rete che è quello di “livellare” nella forma proposte musicali di qualità estremamente eterogenea. La strada è aperta sta ora ai gruppi ed ai fruitori percorrerla nel modo più responsabile possibile.
4) La vostra musica possiede chiari riferimenti all’Hard Rock degli anni 80, però vi leggo una volontà di essere piuttosto eclettici, come dimostra la cover di Livingstone di Vecchioni. Quali sono dunque i vostri riferimenti ed orizzonti musicali?
Siamo cresciuti negli anni ’80 e ne siamo orgogliosamente figli, nutrendo passione per l'hard rock, per il metal e, perchè no, anche per generi apparentemente lontani come la new wave... le nostre influenze sono tante, ci piace in generale la musica, sempre che sia ben fatta... come la nostra... :-)... quella vera, dall'attitudine selvaggia e sincera, sicuramente poco incline ai condizionamenti delle mode del momento.
5) Il testo di un pezzo come “TRE BRIGANTI” mi richiama certe cose dei vecchi TIMORIA, quelli di “VIAGGIO SENZA VENTO” e delle storie di crescita ed iniziazione. Come spieghereste “in prosa” il messaggio di questo, o di altri vostri testi?
Molti di noi hanno passato nell’adolescenza dei periodi diciamo “un po’ duri”, fatti di insicurezze e travagli, di solitudine e desiderio di essere accettati... la nostra arte è la nostra vita, fatta di lotta quotidiana e affermazione di un proprio ego, anche se complesso, sfaccettato, persino “problematico”. In altre liriche abbiamo affrontato problemi assolutamente differenti come il rispetto per gli animali (Padroni)... insomma non seguiamo un fil rouge tra una canzone e l’altra.
6) Secondo voi è vero che oggi si presta molta più attenzione ai suoni piuttosto che ai contenuti di una proposta musicale?
Diciamo... non ai suoni in particolare, ma si da assoluta preminenza all’immagine del gruppo e a che genere fa… e in conseguenza di ciò l’ascoltatore tende a demarcazioni troppo nette, per capirci…
O è merda o spacca…
I suoni aiutano ad essere maggiormente e più rapidamente apprezzati, in questo sono fondamentali, ma è un aspetto inevitabilmente legato ad una valutazione soggettiva. Un amante dello shoegaze ama suoni sporchi e low fi, ma gli stessi suoni probabilmente non sono egualmente apprezzati da un amante della musica elettronica. Il giudizio esclusivamente soggettivo porta a trascurare dei prodotti oggettivamente ben fatti, ma snobbati per questione di gusto, o a volte, ed è peggio, per partito preso e per questione di immagine, nel senso che una volta scelto il proprio genere molte persone ci tengono a mostrarsi agli altri come acerrimi nemici di tutte le altre espressioni musicali, ma solo per esigenza di calarsi nella parte!!!
Oltre a questo, è altrettanto negativa la tendenza per la quale quasi tutti si sentono destinatari della conoscenza ultima…chiunque ascolta musica vuole anche fare il critico musicale sparando a zero contro chi non gli piace o semplicemente non gli è simpatico, ma spesso i giudizi non sono supportati dalle necessarie competenze!
7) Qual è lo scopo che vi spinge a fare musica?
Amiamo quello che ascoltiamo... ci piace suonare dal vivo senza compromessi ed implicazioni di sorta... questa è la nostra umile ma immortale filosofia “rock”. Il sacro fuoco è in noi
8) Sul vostro space affermate che la ricerca per i musicisti della band ha visto una selezione piuttosto lunga, scartando “moralmente” e “fisicamente” molti musicisti… potreste spiegare meglio cosa intendete con questi due avverbi ☺ ?
Non ci piacciono i musicisti senza anima o chi vuole imporre esclusivamente la propria visione portando il gruppo in un’altra direzione rispetto al condiviso progetto iniziale. Molta gente suona per moda o per dimostrarla propria abilità tecnica... non hanno proprio capito che la necessità in primis è quella di divertirsi e fare “banda”... ogni individualismo bieco e ridicolo non ci piace... Con quei due avverbi ovviamente si scherza, e non ce l’abbiamo con nessuno che abbia avuto l’occasione di suonare con noi, non ci riferiamo realmente a loro.Ci siamo rimasti in buoni rapporti!Era solo un modo un po’ provocatorio per fare capire come la pensiamo, tutto qui.
9) Perché secondo voi il mercato discografico è in crisi?
E’ in crisi come la società. I soldi mancano e a parte rare eccezioni di collezionismo si preferisce scaricare che comprare i costosissimi cd aggravati da iva, tasse e soldi che vanno alle major.
L’artista guadagnano troppo poco sui cd, vendono meno di prima. Lo fanno solo i nomi più importanti. Per il resto poi chi suona molto in giro spesso paga delle società che si prendono il loro stipendiuccio mensile. A Questo punto, pensaci si potrebbe dare direttamente un centone che ne so ai locali vedrai che ti fanno suonare lo stesso senza intermediario. Sono parole dure ma spero facciano riflettere. Un tempo ormai lontano o forse in un mondo utopico solo pochi gruppi avevano un contratto ma con questo potevano camparci. Erano spronati a fare musica ed a esercitarsi tecnicamente. E bisognava passare pià tempo in saletta che in giro a tentare di arruffianarsi qualcuno o a pensare a politiche. In quel tempo lontano il rock non si divideva in una miriade di sottocorrenti . Che facevano i Pink Floyd? Psichedelic rock pop? Ma vaffanculo!con questi sottogeneri in cui anche noi spesso scherziamo il pubblico si è diviso. Conosco gente che ne metal sente solo gothic o power, o brutal…invece di unirci ci dividiamo. La musica non può essere divisa in compartimenti stagni, e l’artista può interecambiare tutte queste correnti di album in album evolvendosi o tornando sui suoi passi.
Come dipingere un quadro usando colori diversi e tratti dinamici.
10) Perché nel nostro paese “vivere di musica” è quasi un’utopia?
Perché non c’è più una cultura di un livello adeguato, e nessuno giustamente visto come vanno le cose potrà scommettere sui talenti veri.La cultura musicale si è persa nei meandri di una logica da mainstream scadente, omologante verso il basso e per questo ripugnante.
Le mode durano sempre di meno…è inaccettabile ed incomprensibile stufarsi subito delle cose!
11) Elencate una serie di pregi e difetti che avete trovato, durante tutta la vostra esperienza di musicisti, nel sistema in generale della musica dal vivo in Italia e in provincia.
Pregi?
Tra gruppi ci si aiuta poco, a parte pochi fidati amici.
Di realtà interessanti ce ne sono tantissime: molti band, anche tra quelle che conosciamo in provincia sono creative e molto brave.
Ci sono poche strutture realmente adatte per suonare live, sia per problemi burocratici sia perché non sono attrezzate. E poi dobbiamo essere sinceri, chiaramente ci si svaluta. Molti gruppi sono disposti a suonare gratis; inoltre, c’è un appiattimento mostruoso. Contano troppo le simpatie e i giochi politici! Come in ogni ambito del resto.
Chi è indipendente e cocciuto resta fuori.
12) Che utilità attribuite alle varie proposte di concorsi che si offrono al musicista “indie” emergente in Italia e in provincia?
Una utilità relativa. Sicuramente ce ne sono di validi però anche in questi casi è una lotteria…come andare ai rigori dopo i supplementari. Sicuramente servono a noi per affiatarci e per farci vedere un po’ in giro... insomma, per uscire dal guscio!
13) Pregi e difetti del fare musica provenendo da una provincia come Viterbo.
Pregi: la vita non è carissima.
Difetti: poche oppurtunità e la gente apprezza poco la musica live, si preferiscono altri modi di divertimento. Noi viviamo in una provincia stanca dove le persone hanno la brutta tendenza ad assomigliare ad un “ branco di pecore”, in quanto inclini a subire piuttosto che a lanciare, a seguire senza esitazioni né discussioni ciò che fanno tutti gli altri: per questo c’è poco giro e scambio di idee, impressioni, aspirazioni, opinioni. Bisogna essere chiari e obiettivi: questo è un buco del culo del mondo! (non so se ci può consolare, ma parlando con persone che vivono in altri luoghi ci si accorge che anche da molte altre parti è così)
14) Una domanda per Emiliano: i tuoi “FEAR NO ONE STUDIOS” sono diventati un punto di riferimento per molte produzioni indipendenti nel viterbese. Quali sono le realtà che reputi più interessanti, tra quelle che hai avuto modo di produrre, e perché? Naturalmente la domanda è rivolta anche agli altri membri del gruppo, qualora conoscano qualche gruppo locale che stimino particolarmente valido.
L’anno scorso sono rimasto stupito notevolmente dalla creatività di alcuni gruppi, dalle belle canzoni che hanno tirato fuori... non posso non nominare band come Despite i Bleed, Seniors o Fullstops...ma molti tanti altri spero non si perdano troppo per strada e tengano duro. Keep on rockin...
Enrico: Io sono rimasto molto colpito dalla capacità (soprattutto se rapportata alla loro giovane età), di comporre propri pezzi, energetici e assolutamente non banali, molto attuali e in linea con il gusto corrente, , dimostrata dai Bloomsbury Set.
Non scordiamoci dei Kalki Avatara che hanno firmato con una nascente etichetta con il loro primo ep.
Ispiria:
Enrico "WIFE" Piferi - Voce
"CHORIS" - Chitarra
MAURIZIO Merli - Chitarra
EMILIANO Natali- Basso e voci
Federico "FERIMON" Monanni - Batteria
contatti:
MySpace
1) Avete definito la vostra musica come “Heavy Indie”. Che cosa intendete con “heavy” e cosa con “indie”?
Entrambe le parole hanno un duplice significato. Per heavy si fa riferimento al mondo dell'hard-heavy ‘70-‘80, caratterizzato da brani diretti e intensi, insomma duri...ma anche a tendenze più recenti, ma caratterizzate dalla stessa energia. Indie, invece, letteralmente sta per indipendente e libero, ma definisce anche un genere che annovera tra le sue fila band come Arctic Monkeys, The Strokes, Franz Ferdinand.
Nel prossimo lavoro, cercheremo di interpretare il vero significato di questo genere...di fornire la nostra fusione originale di questi due stupendi ingredienti!! Per ora l’heavy Indie è un embrione non ben definito, si può dire che per ora abbiamo lanciato solo la sfida...
Ispir(i)andoci sia al rock inglese anni 60 (rifatto nei 90), ma anche a delle sonorità e a delle armonie immediatamente riconoscibili come figlie degli anni ‘80.
2) Sempre secondo un’altra vostra definizione, il vostro è “fottuto rock n’ roll”. Qual è lo stato di questo genere e la sua funzione nel mondo contemporaneo?
Lo stato di questo genere in Italia è senza mezzi termini in crisi... chi fa rock di questo tipo lo fa di solito in inglese, interpretando le nuove tendenze, sempre maggiormente legate alla realtà d'oltreoceano o d’oltremanica, fitta di riferimenti crossover e nu metal.
Noi vogliamo essere classici in un contesto post-classico, modernizzando un concetto senza tradirlo!
3) In SUB TERRA abbiamo un’attenzione particolare per la musica rilasciata con licenze libere come le Creative Commons, cioè licenze che permettono il download gratuito e la copia legale delle opere. Cosa ne pensate di questa filosofia di produrre arte e cultura?
Visto i costi del cd tradizionale è necessario un rinnovamento, stando sempre attenti al pericolo numero uno della rete che è quello di “livellare” nella forma proposte musicali di qualità estremamente eterogenea. La strada è aperta sta ora ai gruppi ed ai fruitori percorrerla nel modo più responsabile possibile.
4) La vostra musica possiede chiari riferimenti all’Hard Rock degli anni 80, però vi leggo una volontà di essere piuttosto eclettici, come dimostra la cover di Livingstone di Vecchioni. Quali sono dunque i vostri riferimenti ed orizzonti musicali?
Siamo cresciuti negli anni ’80 e ne siamo orgogliosamente figli, nutrendo passione per l'hard rock, per il metal e, perchè no, anche per generi apparentemente lontani come la new wave... le nostre influenze sono tante, ci piace in generale la musica, sempre che sia ben fatta... come la nostra... :-)... quella vera, dall'attitudine selvaggia e sincera, sicuramente poco incline ai condizionamenti delle mode del momento.
5) Il testo di un pezzo come “TRE BRIGANTI” mi richiama certe cose dei vecchi TIMORIA, quelli di “VIAGGIO SENZA VENTO” e delle storie di crescita ed iniziazione. Come spieghereste “in prosa” il messaggio di questo, o di altri vostri testi?
Molti di noi hanno passato nell’adolescenza dei periodi diciamo “un po’ duri”, fatti di insicurezze e travagli, di solitudine e desiderio di essere accettati... la nostra arte è la nostra vita, fatta di lotta quotidiana e affermazione di un proprio ego, anche se complesso, sfaccettato, persino “problematico”. In altre liriche abbiamo affrontato problemi assolutamente differenti come il rispetto per gli animali (Padroni)... insomma non seguiamo un fil rouge tra una canzone e l’altra.
6) Secondo voi è vero che oggi si presta molta più attenzione ai suoni piuttosto che ai contenuti di una proposta musicale?
Diciamo... non ai suoni in particolare, ma si da assoluta preminenza all’immagine del gruppo e a che genere fa… e in conseguenza di ciò l’ascoltatore tende a demarcazioni troppo nette, per capirci…
O è merda o spacca…
I suoni aiutano ad essere maggiormente e più rapidamente apprezzati, in questo sono fondamentali, ma è un aspetto inevitabilmente legato ad una valutazione soggettiva. Un amante dello shoegaze ama suoni sporchi e low fi, ma gli stessi suoni probabilmente non sono egualmente apprezzati da un amante della musica elettronica. Il giudizio esclusivamente soggettivo porta a trascurare dei prodotti oggettivamente ben fatti, ma snobbati per questione di gusto, o a volte, ed è peggio, per partito preso e per questione di immagine, nel senso che una volta scelto il proprio genere molte persone ci tengono a mostrarsi agli altri come acerrimi nemici di tutte le altre espressioni musicali, ma solo per esigenza di calarsi nella parte!!!
Oltre a questo, è altrettanto negativa la tendenza per la quale quasi tutti si sentono destinatari della conoscenza ultima…chiunque ascolta musica vuole anche fare il critico musicale sparando a zero contro chi non gli piace o semplicemente non gli è simpatico, ma spesso i giudizi non sono supportati dalle necessarie competenze!
7) Qual è lo scopo che vi spinge a fare musica?
Amiamo quello che ascoltiamo... ci piace suonare dal vivo senza compromessi ed implicazioni di sorta... questa è la nostra umile ma immortale filosofia “rock”. Il sacro fuoco è in noi
8) Sul vostro space affermate che la ricerca per i musicisti della band ha visto una selezione piuttosto lunga, scartando “moralmente” e “fisicamente” molti musicisti… potreste spiegare meglio cosa intendete con questi due avverbi ☺ ?
Non ci piacciono i musicisti senza anima o chi vuole imporre esclusivamente la propria visione portando il gruppo in un’altra direzione rispetto al condiviso progetto iniziale. Molta gente suona per moda o per dimostrarla propria abilità tecnica... non hanno proprio capito che la necessità in primis è quella di divertirsi e fare “banda”... ogni individualismo bieco e ridicolo non ci piace... Con quei due avverbi ovviamente si scherza, e non ce l’abbiamo con nessuno che abbia avuto l’occasione di suonare con noi, non ci riferiamo realmente a loro.Ci siamo rimasti in buoni rapporti!Era solo un modo un po’ provocatorio per fare capire come la pensiamo, tutto qui.
9) Perché secondo voi il mercato discografico è in crisi?
E’ in crisi come la società. I soldi mancano e a parte rare eccezioni di collezionismo si preferisce scaricare che comprare i costosissimi cd aggravati da iva, tasse e soldi che vanno alle major.
L’artista guadagnano troppo poco sui cd, vendono meno di prima. Lo fanno solo i nomi più importanti. Per il resto poi chi suona molto in giro spesso paga delle società che si prendono il loro stipendiuccio mensile. A Questo punto, pensaci si potrebbe dare direttamente un centone che ne so ai locali vedrai che ti fanno suonare lo stesso senza intermediario. Sono parole dure ma spero facciano riflettere. Un tempo ormai lontano o forse in un mondo utopico solo pochi gruppi avevano un contratto ma con questo potevano camparci. Erano spronati a fare musica ed a esercitarsi tecnicamente. E bisognava passare pià tempo in saletta che in giro a tentare di arruffianarsi qualcuno o a pensare a politiche. In quel tempo lontano il rock non si divideva in una miriade di sottocorrenti . Che facevano i Pink Floyd? Psichedelic rock pop? Ma vaffanculo!con questi sottogeneri in cui anche noi spesso scherziamo il pubblico si è diviso. Conosco gente che ne metal sente solo gothic o power, o brutal…invece di unirci ci dividiamo. La musica non può essere divisa in compartimenti stagni, e l’artista può interecambiare tutte queste correnti di album in album evolvendosi o tornando sui suoi passi.
Come dipingere un quadro usando colori diversi e tratti dinamici.
10) Perché nel nostro paese “vivere di musica” è quasi un’utopia?
Perché non c’è più una cultura di un livello adeguato, e nessuno giustamente visto come vanno le cose potrà scommettere sui talenti veri.La cultura musicale si è persa nei meandri di una logica da mainstream scadente, omologante verso il basso e per questo ripugnante.
Le mode durano sempre di meno…è inaccettabile ed incomprensibile stufarsi subito delle cose!
11) Elencate una serie di pregi e difetti che avete trovato, durante tutta la vostra esperienza di musicisti, nel sistema in generale della musica dal vivo in Italia e in provincia.
Pregi?
Tra gruppi ci si aiuta poco, a parte pochi fidati amici.
Di realtà interessanti ce ne sono tantissime: molti band, anche tra quelle che conosciamo in provincia sono creative e molto brave.
Ci sono poche strutture realmente adatte per suonare live, sia per problemi burocratici sia perché non sono attrezzate. E poi dobbiamo essere sinceri, chiaramente ci si svaluta. Molti gruppi sono disposti a suonare gratis; inoltre, c’è un appiattimento mostruoso. Contano troppo le simpatie e i giochi politici! Come in ogni ambito del resto.
Chi è indipendente e cocciuto resta fuori.
12) Che utilità attribuite alle varie proposte di concorsi che si offrono al musicista “indie” emergente in Italia e in provincia?
Una utilità relativa. Sicuramente ce ne sono di validi però anche in questi casi è una lotteria…come andare ai rigori dopo i supplementari. Sicuramente servono a noi per affiatarci e per farci vedere un po’ in giro... insomma, per uscire dal guscio!
13) Pregi e difetti del fare musica provenendo da una provincia come Viterbo.
Pregi: la vita non è carissima.
Difetti: poche oppurtunità e la gente apprezza poco la musica live, si preferiscono altri modi di divertimento. Noi viviamo in una provincia stanca dove le persone hanno la brutta tendenza ad assomigliare ad un “ branco di pecore”, in quanto inclini a subire piuttosto che a lanciare, a seguire senza esitazioni né discussioni ciò che fanno tutti gli altri: per questo c’è poco giro e scambio di idee, impressioni, aspirazioni, opinioni. Bisogna essere chiari e obiettivi: questo è un buco del culo del mondo! (non so se ci può consolare, ma parlando con persone che vivono in altri luoghi ci si accorge che anche da molte altre parti è così)
14) Una domanda per Emiliano: i tuoi “FEAR NO ONE STUDIOS” sono diventati un punto di riferimento per molte produzioni indipendenti nel viterbese. Quali sono le realtà che reputi più interessanti, tra quelle che hai avuto modo di produrre, e perché? Naturalmente la domanda è rivolta anche agli altri membri del gruppo, qualora conoscano qualche gruppo locale che stimino particolarmente valido.
L’anno scorso sono rimasto stupito notevolmente dalla creatività di alcuni gruppi, dalle belle canzoni che hanno tirato fuori... non posso non nominare band come Despite i Bleed, Seniors o Fullstops...ma molti tanti altri spero non si perdano troppo per strada e tengano duro. Keep on rockin...
Enrico: Io sono rimasto molto colpito dalla capacità (soprattutto se rapportata alla loro giovane età), di comporre propri pezzi, energetici e assolutamente non banali, molto attuali e in linea con il gusto corrente, , dimostrata dai Bloomsbury Set.
Non scordiamoci dei Kalki Avatara che hanno firmato con una nascente etichetta con il loro primo ep.
Ispiria:
Enrico "WIFE" Piferi - Voce
"CHORIS" - Chitarra
MAURIZIO Merli - Chitarra
EMILIANO Natali- Basso e voci
Federico "FERIMON" Monanni - Batteria
contatti:
MySpace
venerdì 8 maggio 2009
Speciale Marte Live #2 e Download 1° puntata
Secondo appuntamento con le selezioni viterbesi di MArteLive. Venerdì 8 maggio alle ore 21:00, RRI e SUBTERRA si troveranno infatti a Corchiano (VT), presso il Parco Pubblico per assistere alle esibizioni e per realizzare le interviste agli artisti partecipanti. Queste interviste potranno essere ascoltate, nella trasmissione SPECIALE MARTE LIVE 2009 che andrà in onda venerdì 15 su Radio della Riserva Indiana e che seccessivamente verrà resa disponibile in podcast dal nostro sito e da quello di RRI.
I gruppi che suoneranno in questo secondo appuntamento: STIGMATA, ANOMALA VITIS, PHRONESY, PIOGGIA SPORCA e DOUBLE CROSS.
Attenzione: la prima puntata di SPECIALE MARTE LIVE 2009, registrata al Blitz cafè di Viterbo è ora disponibile in download dal nostro sito, nella sezione "Download" che trovate a destra.
mercoledì 22 aprile 2009
Sub Terra a Resist con Zero Gravity Toilet
Sub Terra quest'anno partecipa a Viterbo alla V edizione del festival Resist organizzato da Arci, dal titolo "Raccontare, Raccontare, Raccontare".
Ci troveremo il 24 Aprile nella chiesa di San Carluccio per l'incontro-dibattito "Copyleft. A chi appartiene la conoscenza?", in cui interverrà successivamente un piccolo combo di Zero Gravity Toilet a musicare un reading da "La strategia dell'Ariete", romanzo rilasciato in copyleft ed in stampa per Strade Blu di Mondandori dal collettivo letterario Kai Zen (per saperne di più su Kai Zen e per scaricare il romanzo, http://www.lastrategiadellariete.org ). Inoltre saremo con Zero Gravity Toilet al completo il 1 Maggio a Piazza della Morte, alle ore 21:00, per presentare il disco "Antidotes for Imaginary Friends" le cui copie verranno regalate!
Cliccando qui è possibile scaricare il programma completo e dettagliato di Resist, che prevede una lunga serie di interessanti inziative dal 18 Aprile al 3 Maggio nella città di Viterbo e provincia. Da segnalare, il 24 Aprile alle 21:00, il concerto dei Ministri in "tempi bui tour" all'Officina Belushi.
Ci troveremo il 24 Aprile nella chiesa di San Carluccio per l'incontro-dibattito "Copyleft. A chi appartiene la conoscenza?", in cui interverrà successivamente un piccolo combo di Zero Gravity Toilet a musicare un reading da "La strategia dell'Ariete", romanzo rilasciato in copyleft ed in stampa per Strade Blu di Mondandori dal collettivo letterario Kai Zen (per saperne di più su Kai Zen e per scaricare il romanzo, http://www.lastrategiadellariete.org ). Inoltre saremo con Zero Gravity Toilet al completo il 1 Maggio a Piazza della Morte, alle ore 21:00, per presentare il disco "Antidotes for Imaginary Friends" le cui copie verranno regalate!
Cliccando qui è possibile scaricare il programma completo e dettagliato di Resist, che prevede una lunga serie di interessanti inziative dal 18 Aprile al 3 Maggio nella città di Viterbo e provincia. Da segnalare, il 24 Aprile alle 21:00, il concerto dei Ministri in "tempi bui tour" all'Officina Belushi.
giovedì 16 aprile 2009
Parte MarteLive 2009 Viterbo con SUB TERRA & RADIO della RISERVA INDIANA
Anche quest'anno Sub Terra partecipa all'organizzazione di MarteLive Viterbo 2009 che ospiterà anche i suoi gruppi! Dopo ogni serata, Sub Terra realizzerà insieme a Radio della Riserva Indiana delle interviste agli artisti che hanno partecipato e che presenteranno le proprie opere. La trasmissione "Speciale MarteLive 2009" andrà in onda ogni Venerdì alle 22 su Radio della Riserva Indiana e sarà disponibile successivamente in podcast nella sezione "MarteLive" di SUB TERRA VITERBO. Si inizia domani con Tedesko & The Monomagical Band tra i nostri in set acustico. Chi porta una chiavetta usb, potrà copiare immediatamente e gratuitamente i dischi di SUB TERRA!
sabato 11 aprile 2009
Cos'è Sub Terra Viterbo
Sub Terra Viterbo è una divisione o sottocategoria di Sub Terra, copyleft netlabel ed indie webzine che si trova attualmente all'indirizzo http://www.subterralabel.com
Sub Terra ha sede in questa provincia, ma il suo principale scopo come etichetta copyleft ed indie webzine è interfacciarsi con realtà simili a livello nazionale ed internazionale, offrendo allo stesso tempo la propria proposta artistica.
Questa sezione specificamente locale nasce per rispondere alle esigenze della nostra visione "glocale": creare un punto di riferimento e di dialogo per i musicisti della provincia, raccogliere un database di produzioni del territorio che vogliano approcciarsi alla filosofia copyleft, aprirsi ad una visione globale cominciando a connettersi ed incontrarsi a livello locale, riscoprendo il significato di organizzarsi attorno a quella che potremmo chiamare "movimento", "comunità" o "scena".
Iniziamo dalla musica perché noi stessi siamo musicisti, ma ci piacerebbe che la cosa potesse allargarsi ben al di là coinvolgendo ogni forma di produzione intellettuale attorno al concetto di copyleft, e magari ancora creando diverse sezioni locali in diverse città. E' impresa ben ardua ed utopica. Essendo rivolta la nostra attenzione principalmente alla pagina principale di Sub Terra, che curiamo secondo la nostra personalissima sensibilità, non saremo noi a gestire questa sezione locale. La creiamo e potremmo sostenerne l'ossatura, ma vorremmo che coinvolgesse le persone stesse invitandole alla partecipazione attiva. Anche per questo è molto alta la probabilità che l'esperimento possa fallire, esattamente come molti altri esperimenti del genere hanno avuto vita breve. Naturalmente non crediamo che tutto quello che viene prodotto a livello provinciale sia qualitativamente adatto ad essere esportato fuori. Ma non è questo il punto né il senso di questo spazio. Crediamo invece fermamente che stimolare il dibattito e la libera circolazione delle idee non possa che instaurare un circolo virtuoso che si traduce in benessere culturale ed in ultima analisi materiale. Cominciamo in questo modo, perché proveniamo dall'underground e qui ci muoviamo, dove sono posti meno limiti alla ricerca ed alla sperimentazione in campo culturale. Siamo abituati a non fidarci delle "istituzioni" e a muoverci senza per esperienza diretta, ma non per questo siamo chiusi in tal senso. Anzi, forse è proprio arrivare lì il nostro fine ultimo. Ma senza compromessi, cambiando le regole e restituendo alla musica ed all'arte un valore sociale e culturale. Cavalchiamo la crisi per costruire qualcosa di nuovo.
Sub Terra ha sede in questa provincia, ma il suo principale scopo come etichetta copyleft ed indie webzine è interfacciarsi con realtà simili a livello nazionale ed internazionale, offrendo allo stesso tempo la propria proposta artistica.
Questa sezione specificamente locale nasce per rispondere alle esigenze della nostra visione "glocale": creare un punto di riferimento e di dialogo per i musicisti della provincia, raccogliere un database di produzioni del territorio che vogliano approcciarsi alla filosofia copyleft, aprirsi ad una visione globale cominciando a connettersi ed incontrarsi a livello locale, riscoprendo il significato di organizzarsi attorno a quella che potremmo chiamare "movimento", "comunità" o "scena".
Iniziamo dalla musica perché noi stessi siamo musicisti, ma ci piacerebbe che la cosa potesse allargarsi ben al di là coinvolgendo ogni forma di produzione intellettuale attorno al concetto di copyleft, e magari ancora creando diverse sezioni locali in diverse città. E' impresa ben ardua ed utopica. Essendo rivolta la nostra attenzione principalmente alla pagina principale di Sub Terra, che curiamo secondo la nostra personalissima sensibilità, non saremo noi a gestire questa sezione locale. La creiamo e potremmo sostenerne l'ossatura, ma vorremmo che coinvolgesse le persone stesse invitandole alla partecipazione attiva. Anche per questo è molto alta la probabilità che l'esperimento possa fallire, esattamente come molti altri esperimenti del genere hanno avuto vita breve. Naturalmente non crediamo che tutto quello che viene prodotto a livello provinciale sia qualitativamente adatto ad essere esportato fuori. Ma non è questo il punto né il senso di questo spazio. Crediamo invece fermamente che stimolare il dibattito e la libera circolazione delle idee non possa che instaurare un circolo virtuoso che si traduce in benessere culturale ed in ultima analisi materiale. Cominciamo in questo modo, perché proveniamo dall'underground e qui ci muoviamo, dove sono posti meno limiti alla ricerca ed alla sperimentazione in campo culturale. Siamo abituati a non fidarci delle "istituzioni" e a muoverci senza per esperienza diretta, ma non per questo siamo chiusi in tal senso. Anzi, forse è proprio arrivare lì il nostro fine ultimo. Ma senza compromessi, cambiando le regole e restituendo alla musica ed all'arte un valore sociale e culturale. Cavalchiamo la crisi per costruire qualcosa di nuovo.
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